Il tesoro di Busachi

Busachi è un piccolo paese nella provincia di Oristano e i suoi 1400 abitanti hanno il merito di aver conservato e protetto un vero e proprio tesoro, le loro tradizioni, che hanno la massima espressione nell'abbigliamento tradizionale. Abbigliamento che è arrivato fino a noi praticamente inalterato e codificato dalla prima metà dell'800, e grazie alla passione di molti giovani verrà conservato ancora per tanto tempo. Per aiutarmi a scrivere correttamente le descrizioni degli abiti che ho fotografato ho chiesto  proprio ad uno di questi giovani, Giuseppe Mereu, che oltre ad essere un appassionato delle tradizioni del suo paese è anche un attivissimo collezionista e un bravo modello.

Iniziamo dai vestiti più preziosi, quelli degli sposi


Abito da sposa - Busachi
Abito da sposa - Busachi
L’abito da sposa si caratterizza principalmente dal pregio e dalla ricercatezza dei tessuti, rispetto all’abito di gala. Essendo un abito molto costoso, può infatti definirsi un abito elitario, la cui realizzazione era circoscritta solamente alle famiglie abbienti. Il suo utilizzo, fino agli anni ’70 del 900, ha mantenuto questo carattere, tanto che coloro non potevano permettersi un abito simile, da utilizzarsi per pochissime occasioni nella vita di una donna, lo chiedevano in prestito a chi lo possedeva.
Essendo Busachi un paese in cui la vitalità dei costumi è ancora attestata dalle donne che lo utilizzano quotidianamente, anche l’abito da sposa è soggetto a variazioni di materiali e colori, dipendenti dal gusto e dalle possibilità economiche della famiglia possidente. Non sarà dunque strano constatare che, tra i pezzi originali, non vi è un pezzo uguale all’altro in tessuti, colori o, più in generale, accostamenti cromatici. 
L’abito, detto “de priorissa”, poiché utilizzato oltre che per il matrimonio, anche nel giorno di grandi feste religiose dalla confraternita delle “priorisse”, è composto da una gonna, “sa unnedda” in panno rosso finemente plissettata e arricchita di broccato, nastri e trine pregiate, un grembiule (in panno non nastro tirolese azzurro “su parenanti” o in seta damascata nera “s’antarella”), la camicia ricamata “sa cammisa fine” ( i disegni variano a seconda delle epoche), un corpetto, “sas pallasa”, nascosto da un giubbino in broccato, “su gippone”, a sua volta coperto da un grande velo in tulle ricamato su quattro lati, “su muncadore ‘e tullu”.
Un’altra particolarità dell’abito e, più in generale, degli abiti femminili di Busachi, è il ridotto utilizzo di oro o preziosi in generale, anche tra le famiglie più abbienti.



Abito da sposa - Busachi
Il velo è in tulle ricamato, di forma rettangolare, piegato a metà e ricamato su quattro lati. I ricami, solitamente floreali, ma in alcuni casi anche zoomorfi e geometrici, variavano da sposa a sposa. Il tulle fotografato  risale alle seconda metà dell'800 e appartiene alla Signora Angela Nonnis


Abito da sposa - Busachi
La camicia della prima metà del 900, è composta da due parti (duas pettorras) ricamate e unite fra loro da una spilla della medesima epoca (camicia di Marta Moi e spilla di Giuseppe Mereu).
Il giubbino, "gippone", in broccato verde risale al 1850 e appartiene al Museo de Costume di Busachi. Il rosario, di dimensioni medie, presenta una catena in argento e madreperla e una patena in filigrana d'argento con al centro due immagini sacre, risale alla seconda metà dell'800 e appartiene a Giuseppe Mereu, i tre anelli in oro risalgono ai primi del 900.

Abito da sposa - Busachi






Particolare della pettinatura dell'abito femminile, "su cuccurinu".

Il giubbino, "gippone", è in broccato blu e in ottime condizioni risale alla seconda metà dell'800. Si notano anche particolari di gioielli: orecchini in oro basso, con pietra al centro detti "arraccadas" della seconda metà dell'800 e collane realizzate con materiali di basso pregio, "otturadas", Giubbino e gioielli sono di proprietà della Signora Giovanna Maria Fadda.


Il giubbino rosso da sposo, “gippone orrubiu”, ha una datazione incerta tra fine 700 e primi dell’800. Si tratta di un pezzo più unico che raro, immortalato già tra il 1912 e il 1914 da Filippo Figari, nelle tele del matrimonio di Busachi, oggi esposte nella sala dei matrimoni del comune di Cagliari. Il pezzo è interamente realizzato in panno rosso, arricchito con ricami e trine nere e foderato con lino lavorato a Busachi. Secondo le ricerche di alcuni studiosi, il pezzo sarebbe da ricondurre a un epoca precedente alla metà dell’ottocento per via del fatto che al tempo di Filippo Figari, il pezzo era già caduto in disuso da tempo, e indossato dal “modello-sposo” del quadro con il sentore di indossare un pezzo antichissimo che si utilizzava in un passato remoto per sposarsi. Si trattava sicuramente di un pezzo elitario, circoscritto agli uomini abbienti.
Il pezzo non può dirsi in buone condizioni, per via dei suoi anni, ma ciononostante mantiene un fascino che ci riporta a un epoca lontana. Appartiene alla Signorina Maria Antonietta Cocco.
Per l’utilizzo del pezzo ci si rifà al sopraccitato quadro del Figari. Lo si abbina con i gambali in orbace, “Sas cazzas”, calzoni in lino, “sos cazzones”, gonnellino in orbace di piccole dimensioni, “sas arragas”, camicia in cotone con colletto “alla coreana”, “sa cammisa” e, sulla testa, “sa berritta” arrotolata. Ad eccezione del Gippone, i pezzi indossati sono di proprietà di Giuseppe Mereu e risalenti tutti alla prima metà del 900.


Gli sposi - Busachi

Lo sposo - Busachi





















Abito da gala nero - Busachi


Passiamo ora all'abito da gala nero con giubbino in seta damascata, "su gippone 'e seda niedda". L'abito veniva solitamente utilizzato dalle madrine nell'atto di battezzare o cresimare, durante le ricorrenze della settimana santa e per firmare il contratto matrimoniale. Il giubbino è della prima metà del 900 e appartiene alla Signora Giovanna Maria Fadda.







Abito da gala nero - Busachi
Altra variante dell'abito di gala con giubbino in seta nera damascata. l'abito risale completamente alla prima metà del 900, ad eccezione del giubbino, "su gippone", che risale alla fine dell'800 e appartiene alla Signora Silvana Mele





Abito da gala - Busachi
Questo invece è l'abito da gala di Busachi del '900. L'abito è tutt'ora utilizzato per le grandi feste e ricorrenze dalle donne di Busachi che ancora utilizzano il costume come abbigliamento quotidiano. E' composto da un grembiule con nastro in seta blu, "su parenanti sambingiu", da una gonna, "sa Unnedda" in orbace o panno nero, caratterizzata da un numero di balze variabile e da materiali anch'essi variabili, a seconda del gusto e disponibilità economiche della possidente, dalla camicia "sa cammisa, che presenta un ricamo detto "sa mosta 'e s'rrosa", e dal corpetto in velluto lavorato, "sas pallasa".

Abito da gala - Busachi





Sul capo, l'abito di gala presenta un fazzoletto in cotone bianco, di forma rettangolare e reso stabile sulla pettinatura che sotto si nasconde, "su cuccurinu", da una spilla d'oro chiamata "s'aguggia". L'abito appartiene alla signorinaa Bastianella Manca.









Infine l'abito da vedova "su estire 'e fiuda". L'abito è caratterizzato dagli stessi elementi degli abiti di gala. L'unica cosa che li differenzia e la totale assenza di ricami o materiali pregiati.
Tutti i pezzi sono neri ad eccezione della camicia, bianca, e dell'elemento che forse più lo caratterizza, il fazzoletto arancione, anticamente tinto con lo zafferano. L'abito è interamente originale e risale alla prima metà del 900 ad eccezione del giubbino, sempre originale, ma più recente ed appartiene a Giuseppe Mereu.


Abito da vedova - Busachi
Abito da vedova - Busachi
A conclusione ringrazio tutte le persone che hanno reso possibile questa giornata, in particolare il Museo del Costume e della Tradizione del Lino di Busachi.





Commenti

  1. Tante grazie per questo interessante blog. Mi piace tantissimo e le fotographie sono stupende.

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